Guidando i nostri clienti all'interno dello showroom, abbiamo notato che, tendenzialmente, il tempo dedicato alla scelta della porta è molto maggiore rispetto a quello riservato allo studio della maniglia. A nostro avviso, invece, una bella maniglia di design applicata ad una porta anonima può comunque conferire all'intera struttura un effetto più elegante e raffinato rispetto all'ipotesi contraria.
Nonostante i nostri sforzi siano ripetutamente finalizzati a trasmettere questa visione, ci rendiamo conto che non è facile riuscire a farlo nel tempo di una visita in negozio. È questo lo spirito che, oggi, ci spinge a scrivere questo articolo, con la speranza che anche un elemento apparentemente accessorio come la maniglia possa invece essere guardato sotto una luce diversa.
La tendenza a produrre maniglie di design, infatti, risulta particolarmente diffusa già nei primi decenni del novecento, periodo in cui la Olivari lanciò sul mercato la celebre "Iustitia" disegnata da Marcello Piacentini (1932). Al 1954, invece, risale la mitica "Lama" in ottone di Giò Ponti, ancora oggi attualissima, a dimostrazione della straordinaria modernità di pensiero di quei lungimiranti e visionari pionieri.
La Olivari rappresenta tuttora uno dei maggiori punti fermi del settore, anche grazie al contributo di archistar del calibro di Patrizia Urquiola, Franca Helg, Rodolfo Dordoni, F.A. Porsche (ebbene sì, lo stesso delle celebri automobili), Joe Colombo, Zaha Hadid (purtroppo recentemente scomparsa), Jean Nouvel, Vico Magistretti, Marcel Wanders, Daniel Libeskind, lo stesso Giò Ponti, Tojo Ito, Dominique Terrault, Luca Casini, Giuggiaro, Luigi Caccia Domignoni e Ben Van Berkel, solo per citarne alcuni.
Fusital è l'altra casa produttrice con la quale collaboriamo e anch'essa vanta firme di indiscusso prestigio internazionale, come Cini Boeri, Achille Castiglioni, David Chipperfield, Antonio Citterio, Odile Decq Benoit Cornette, Massimiliano Fuksas, Frank O. Gehry, Eri Goshen, Hans Kollhoff, Gae Aulenti e tanti altre ancora.
Parliamo di personalità di un certo livello nel campo dell'architettura e del design, il cui nome riecheggia, solenne, nelle loro opere, sia in quelle più maestose sia in quelle di dimensioni più modeste (come le maniglie, appunto), ma non seconde in termini di valore intellettuale. Pensiamo ad esempio agli architetti giapponesi (come Toyo Ito e Yoshimi Kono), il cui background culturale si riflette in questi piccoli, ma significativi, esempi di interior design.
Queste maniglie, poi, rappresentano pregevoli esempi di qualità costruttiva (Olivari offre una garanzia di 25 anni!). Realizzate in materiali come ottone, ottone satinato, cromo lucido, cromo satinato, bicromo, superinox, super nichel, bronzo, legno, ceramica, vetro e cemento, esse sono pensate per resistere all'usura causata dal tempo e dal contatto con gli oggetti metallici (anche grazie all'utilizzo di patine "indurenti" come il PDV).
In conclusione, da Chiaravalli vediamo le maniglie non come semplici elementi accessori, ma come sculture realizzate secondo un concept ben preciso, in grado di dare agli ambienti domestici quel tocco di classe troppo spesso tralasciato a vantaggio della funzionalità.
Sopratutto a Milano, dove la crescente installazione di porte di colore chiaro (bianco e grigio su tutti), pur lasciando spazio a illimitate scelte di design, rischia di "appiattire" l'effetto scenico complessivo di molti appartamenti. Ecco perché, a volte, basta una semplice maniglia per catturare lo sguardo e appagare l'animo di chi è consapevole di custodire, nella propria casa, una vera e propria opera d'arte.